Negli ultimi anni, anche l’Europa, tradizionalmente prudente nei confronti delle nuove tecnologie, sembra vivere una fase di adozione progressiva del Web3. Il Vecchio Continente affronta le sfide delle tecnologie della decentralizzazione, tra slanci innovativi, regolamentazioni rigorose e nuove opportunità per imprese e creativi.
Web3: le tecnologie della decentralizzazione
Con Web3 s’intende l’evoluzione di Internet verso un modello decentralizzato, basato su blockchain, smart contract, token, crypto e identità digitali distribuite.
Stando a quanto descritto da Amazon Web Services, altre tecnologie chiave del Web3 sono poi l’intelligenza artificiale (AI), il machine learning, il WebAssembly, le tecnologie semantiche e le interfacce come i wallet decentralizzati e la realtà aumentata (AR) e virtuale (VR).
Tutte queste tecnologie mirano a dare agli utenti maggiore controllo sui propri dati e la proprietà di asset digitali, eliminando la dipendenza da intermediari centralizzati. Non solo, i progetti del Web3 sono per la maggior parte guidati direttamente dalla community.
Ecco dunque che la prima sfida del Web3 è quella di evolvere il Web2, dominato da piattaforme centralizzate. Con le tecnologie della decentralizzazione, il Web3 punta a
- restituire controllo e proprietà dei dati agli utenti;
- eliminare intermediari grazie agli smart contract;
- creare economie digitali basate su token e NFT;
- favorire maggiore trasparenza e sicurezza.
Oggi, il Web3 è capace di influenzare settori come la finanza, l’arte, i videogiochi, la musica, il real estate e la governance digitale.
L’adozione del Web3 in Europa: una crescita consapevole
L’adozione del Web3 in Europa non è predominante rispetto ad altri continenti come Nord America e Asia. Si può affermare però che nel Vecchio Continente, l’adozione del Web3 è in una fase ibrida: non si parla di utilizzo di massa, ma di un numero crescente di imprese, professionisti e utenti consapevoli.
Ad esempio, per il settore blockchain e crypto, il report di Chainalysis ha confermato che tra luglio 2023 e giugno 2024, la regione europea ha registrato una crescita e resilienza notevoli.
I volumi delle transazioni hanno seguito un andamento particolare: in calo tra la metà e fine 2024, seguito da una forte ripresa, fino ad un picco di 234 miliardi di dollari a dicembre, proseguendo poi nel 2025.
Tale performance complessiva sottolinea la posizione dell’Europa come mercato crypto maturo, caratterizzato da una forte presenza istituzionale e da un’ampia diffusione al dettaglio nei suoi diversi Stati membri.
Non solo, il report mostra che i primi 10 mercati dell’Europa tra luglio 2024 e giugno 2025 vedono la Russia dominare con 376,3 miliardi di dollari ricevuti, sostanzialmente davanti al Regno Unito (273,2 miliardi di dollari). Altri mercati importanti europei sono poi la Germania (219,4 miliardi di dollari), l’Ucraina (206,3 miliardi di dollari) e la Francia (180,1 miliardi di dollari)
D’altro canto, però, il report sottolinea che l’attività di DeFi in Europa rimane un segmento piccolo, anche se in forte crescita dell’ecosistema crypto complessivo. In pratica, per la DeFi, in Europa l’evoluzione segue le continue discussioni in corso sui potenziali quadri normativi per affrontare i servizi emergenti come lo staking e il lending.
Al contrario, la tokenizzazione è vista come uno dei principali motori di adozione futura, perché consente di rendere liquidi asset tradizionalmente poco accessibili al pubblico.
Europa: sfide e opportunità della regolamentazione sulle tecnologie della decentralizzazione
Un altro aspetto che contraddistingue l’Europa nell’adozione del Web3 è la sua prudenza, e cioè la sua volontà di mettere in atto un quadro regolamentare dedicato alle tecnologie della decentralizzazione.
A tal proposito, da dicembre 2024, in Europa è entrato in vigore il Markets in Crypto-Asset Regulation, o MiCA, che ha trasformato lo scenario generale. Il MiCA mira a promuovere l’integrità del mercato, la stabilità finanziaria e la protezione dei consumatori, creando al contempo condizioni di parità in tutta la regione.
In generale, pare che l’attuazione vera e propria del MiCA stia vivendo un periodo di transizione: alcune giurisdizioni consentono alle aziende di operare senza licenze MiCA fino al 2026.
Ciò nonostante, la regolamentazione del MiCA ha incentivato molte istituzioni finanziarie ad esplorare questo spazio, con alcune che già offrono servizi di custodia e trading e altre che lanciano servizi crypto o integrano soluzioni di pagamento crypto.
Nel settore delle stablecoin europee, ad esempio, il MiCA sembra incentivarne la crescita ed espansione con un assetto sempre più strutturato per la moneta digitale regolamentata. A novembre, sono 17 il totale degli emittenti EMT (electronic money token) autorizzati, provenienti da 10 Paesi.
Oltre la finanza: l’adozione Web3 in Europa negli altri settori
Nel panorama artistico e culturale, l’Europa è tra i territori più dinamici per l’adozione del Web3.
Aumentano gli artisti della Crypto Art, e cioè che utilizzano NFT per certificare e vendere le loro opere. Non solo, tali opere vengono poi integrate in sezioni speciali nelle tradizionali fiere d’arte. Anche le gallerie e musei sperimentano mostre virtuali e phygital mentre le DAO creative finanziano progetti culturali indipendenti.
Nello specifico, in città come Parigi, Berlino, Milano e Londra, il dialogo tra arte contemporanea e Web3 è ormai strutturato e riconosciuto anche dalle istituzioni.
Da considerare nel Web3 poi ci sono anche i settori del gaming, col metaverso decentralizzato che sembra affrontare una fase di consolidamento.
In tal senso, l’Europa ospita numerosi studi indipendenti che lavorano su videogiochi Web3 orientati non solo al guadagno, ma all’esperienza ludica e narrativa.
Il futuro dell’adozione Web3 in Europa
Dando uno sguardo al futuro dell’adozione Web3 in Europa, è possibile affermare che non sarà esplosiva, ma progressiva e solida, guidata da casi d’uso reali e regolamentazione chiara.
E infatti, l’adozione del Web3 in Europa è già in corso, anche se lontana dall’essere completa. Tra prudenza normativa, sperimentazione creativa e sviluppo tecnologico, il continente si sta posizionando come uno dei poli più interessanti per un Web3 maturo, etico e sostenibile.
Tra i prossimi step, anche in Europa potrebbero emergere sempre più progetti che integrano l’AI, o l’identità digitale decentralizzata. La tokenizzazione sarà sempre più presente sugli asset del mondo reale, mentre le DAO diventeranno sempre più strutturate.
Proprio come con la blockchain e le crypto, anche con le altre tecnologie decentralizzate ci sarà sempre un più crescente coinvolgimento delle istituzioni.